La scultrice by Pia Rosenberger

La scultrice by Pia Rosenberger

autore:Pia Rosenberger [Rosenberger, Pia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Beat


19.

Il sole di giugno era alto sopra la Senna che scorreva lenta, quando Camille aprì la porta del deposito e si intrufolò all’interno come una ladra. Il grande stanzone era deserto. Le sculture di marmo brillavano bianche nella luce abbagliante. Si accorse perplessa che faceva un gran caldo. La stufa di ghisa era accesa nonostante la giornata calda.

«Monsieur Rodin?»

Lui uscì dalla stanza adiacente, vestito con un elegante abito estivo. Un sorriso di gioia gli illuminò il viso. «Eccoti qui».

«Che cosa devo fare?» Si tolse il cappello di paglia e si infilò un pettinino tra i capelli.

Lui rispose dopo una breve esitazione. «Mi chiedevo se oggi fossi disposta a posare nuda per me?»

Lei si sentì avvampare. Ecco spiegato il motivo della stufa accesa.

«Non devi avere paura di me, Camille» le assicurò lui. «Se sei d’accordo, puoi spogliarti dietro il paravento. Altrimenti, vieni così come sei nell’atelier. In quel caso faremo degli studi della testa».

Si allontanò. Camille si morse il labbro inferiore. Con il prossimo passo avrebbe oltrepassato un’altra linea di confine. Niente sarebbe più stato come prima. E se lui si fosse accorto di ciò che provava nei suoi confronti? Sarebbe stato inaudito mettersi a nudo così di fronte a lui. Ma all’improvviso provò un desiderio incondizionato, voleva che Rodin posasse il suo sguardo pacato su di lei e la sua matita la ritraesse.

Andò dietro il paravento, già utilizzato da Adela e da molti altri, si mise seduta e si tolse gli stivali. Si slacciò lentamente la camicia bianca e si sfilò gonna e sottogonna che ricaddero in un mucchio scuro ai suoi piedi. Allentò i lacci del busto e si tolse anche quello. Poi arrotolò le calze fino alle caviglie. Fu quindi la volta della sottoveste. Si vergognava. Le donne erano avvolte dalla testa ai piedi in grandi quantità di tessuto. Persino quando si lavavano, indossavano sottoveste e busto. Neppure Louise aveva mai visto Camille nuda. Si mormorava che persino marito e moglie non andassero mai a letto svestiti e si incontrassero sempre sotto le coperte, che nascondevano tutti i particolari inopportuni. Io però lo farò, si disse. Voleva sentire l’acqua fredda del mare, il sole e la luce della luna sulla pelle. La vita era lì ad aspettarla.

Con un gesto deciso si coprì i seni e il pube con le mani e abbandonò la sicurezza del paravento.

Rodin era alla scrivania e riordinava il materiale da disegno. Come sempre emanava vitalità e determinazione. Camille deglutì. E se si fosse accorto dei suoi sentimenti, o peggio, le avesse chiesto di assumere la stessa posa di Adela? In quel caso si sarebbe rifiutata. Nonostante i dubbi, sentì un fremito in tutto il corpo sotto il suo sguardo.

Rodin le sorrise. «Stai battendo i denti. Non devi. Non ti mangerò. Lascia le mani morbide lungo il corpo. Pensa che qui ci occupiamo esclusivamente di arte».

Quando sciolse le mani, Camille provò tante emozioni contemporaneamente. Paura, gioia e una singolare tensione divamparono dentro di lei. Nascose il proprio turbamento interiore dietro un’espressione neutra.

«Così va meglio». Rodin annuì.



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